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Loredana Cannata dopo l’arresto in piazza San Pietro scrive a Papa Leone: «Il Vaticano condanni la corrida, non me»

di Corriere Animali

L’attrice era stata fermata dalla gendarmeria per la manifestazione inscenata durante l’udienza generale. «La Chiesa può dare un forte contributo nel salvare decine migliaia di animali»

Sua Santità,

come forse sarà al corrente, mercoledì sono venuta a inginocchiarmi davanti a Lei per pregarla, insieme alla Peta, di aiutarci ad abolire la corrida, azione per cui sono stata arrestata e interdetta a vita dal Vaticano.

Ho voluto ricordare un messaggio fondamentale per la dottrina della Chiesa: che gli esseri umani non dovrebbero «causare inutilmente la sofferenza o la morte degli animali». L’intento è importante; il mio non era quello di ostacolare l’udienza generale o disturbare Sua Santità, ma di rivolgere un appello urgente, già lanciato in precedenza da Peta e da oltre 200.000 sostenitori, in molti modi e finora invano, affinché voglia usare la Sua influenza per contribuire a porre fine allo spettacolo violento della corrida.

Come stabilito da Papa San Pio V nella bolla papale del 1567 intitolata “Super Prohibitione Agitationis Taurorum & Ferarum”, la promozione della corrida attraverso cerimonie religiose ufficiali nelle arene e i ministeri svolti dai sacerdoti ai toreri nelle cappelle sono proibite.

Miliardi di fedeli si affidano a Lei per sostenere la parola di Cristo riguardo alle nostre responsabilità di custodi della creazione di Dio. La corrida è un atto malvagio che sottopone decine di migliaia di tori ogni anno a crudeltà grottesche e che non può in alcun modo essere considerata uno spettacolo. Nelle arene, gli animali vengono scherniti, spaventati, ridicolizzati, ripetutamente accoltellati e infine uccisi per l’intrattenimento di una piccola minoranza. Folle sprezzanti disonorano la vita di animali docili e tradiscono il nostro dovere umano di custodi, pretendendo l’imposizione di sofferenze e dolore incommensurabili. Questo è in netto contrasto con il messaggio di amore e compassione insegnato da Cristo.

Condannando la tortura e l’uccisione violenta dei tori, soprattutto in associazione alla fede cattolica, Lei può contribuire a risparmiare la vita di decine di migliaia di tori, i quali sono senza peccato e bisognosi della nostra grazia.

È la corrida, e non io, che dovrebbe essere condannata dal Vaticano.

Per favore, Santo Padre, La prego di guidare la Chiesa cattolica e i suoi fedeli, seguaci della parola di Cristo, per allineare le loro azioni al messaggio compassionevole del Vangelo.

Con devozione,

Loredana Cannata