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Se il mio gatto entra a casa del vicino, devo pagargli i danni?

Il gatto sparisce per un po’, poi lo rivedi placidamente sdraiato sul balcone del vicino, come se fosse di sua proprietà. Una scena innocente e divertente, finché non arriva il vicino infastidito a mostrare un vaso rotto o delle impronte di terra sul tavolo. A quel punto scatta il dubbio: se il gatto entra in casa o sul terrazzo di qualcun altro, chi paga? La risposta è meno intuitiva di quanto sembri, perché la legge italiana considera il gatto libero… ma il proprietario responsabile.

La responsabilità oggettiva prevista dal Codice civile

Il gatto non ha colpa se ama esplorare, ma il proprietario deve comunque assumersi la responsabilità dei suoi spostamenti. La convivenza condominiale è fatta di equilibri delicati e il rispetto reciproco passa anche attraverso il controllo dei nostri amici a quattro zampe. In definitiva, sì: se il gatto causa un danno mentre passeggia nella proprietà altrui, il responsabile sei tu. L’articolo 2052 del Codice civile stabilisce che il proprietario di un animale risponde dei danni da esso causati indipendentemente dalla colpa. Significa che anche se il gatto è imprevedibile, sfugge ai controlli e si muove in totale autonomia, la responsabilità resta comunque a carico del proprietario. Non rileva che il gatto non sia addestrabile come un cane, o che abbia una naturale tendenza all’esplorazione. Ciò che conta è che, se provoca un danno, la legge vede in te il garante delle sue azioni.

Cosa dicono le decisioni dei giudici

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le controversie condominiali e civili legate ai gatti che entravano regolarmente nelle proprietà vicine causando sporcizia, graffi, odori o piccoli danni materiali. In un caso affrontato da un Giudice di Pace, il vicino aveva lamentato che il gatto del proprietario frequentava stabilmente il suo terrazzo, lasciando deiezioni e rovesciando vasi. Il giudice ha riconosciuto il risarcimento, chiarendo che la naturale indole dell’animale non esonera dall’obbligo di prevenzione. Il proprietario avrebbe dovuto impedire l’accesso o adottare misure minime per evitare intrusioni ricorrenti.

Cosa può essere richiesto al proprietario

Quando il gatto invade sistematicamente gli spazi altrui e causa un danno, il vicino può chiedere un risarcimento economico proporzionato al pregiudizio subito, che può riguardare sia il danno materiale sia, se dimostrato, la perdita del normale uso delle proprie aree esterne o della tranquillità domestica. In alcuni casi i giudici hanno anche richiesto al proprietario dell’animale di adottare misure preventive, come installare barriere leggere, reti o modifiche che impediscano al gatto di saltare su balconi e terrazze vicine. Non si tratta di limitazioni che snaturano il comportamento dell’animale, ma di accorgimenti necessari quando le intrusioni diventano frequenti e producono conseguenze concrete.

Come prevenire le controversie

Quando un gatto è abituato a esplorare le aree esterne, il proprietario deve valutare con attenzione la configurazione dello spazio domestico. In molte abitazioni è sufficiente rendere meno accessibili le ringhiere o installare reti sottili e quasi invisibili. Spesso è anche utile confrontarsi con il vicino prima che la situazione degeneri, spiegando la natura dell’animale e impegnandosi a vigilare maggiormente. In assenza di accordo, la legge è chiara: chi convive con un gatto deve assicurarsi che la libertà dell’animale non limiti la libertà altrui.