Un ciclista cade per un cane libero: ecco che cosa ha deciso la Cassazione
Il racconto sembra quello di molte strade di campagna. Un cane esce da un cancello aperto, corre sulla strada, un ciclista sopraggiunge e cade per evitarlo. L’incidente crea danni fisici e materiali. La sentenza 20949 del 2025 della Cassazione penale affronta proprio questo scenario e chiarisce in modo netto chi paga quando un cane si trova libero su una strada pubblica.
La responsabilità non è solo del proprietario
La Corte stabilisce che risponde del fatto non solo il proprietario, ma anche chi ha in custodia l’animale in quel momento. Questo è un passaggio fondamentale. Se il cane era affidato a un parente, a un vicino, a un dog sitter, la responsabilità può ricadere anche su di loro. La detenzione materiale conta tanto quanto la proprietà.
Il concetto di posizione di garanzia
La Cassazione ribadisce che chiunque abbia la disponibilità effettiva del cane ha una posizione di garanzia. In parole semplici, ha il dovere di impedire che l’animale causi rischi o pericoli. Lasciare il cancello aperto, non verificare che l’animale non possa uscire o sottovalutare le sue abitudini sono comportamenti che costituiscono colpa.
Il nesso tra vigilanza e incidente
La Corte ha riconosciuto che la caduta del ciclista è stata una conseguenza diretta della mancata custodia del cane. Non importa se l’animale non ha morso o non ha aggredito. Basta che la sua presenza sulla strada abbia creato un pericolo tale da causare la caduta. Per la Cassazione la semplice libertà del cane in uno spazio non consentito è già indice di colpa.
Perché questa decisione è importante
La sentenza ricorda che anche un cane socievole può diventare, senza volerlo, causa di un incidente. E che la responsabilità civile e penale nasce dalla mancanza di controllo. È un invito a essere più attenti, soprattutto nelle case vicine a strade trafficate, negli spazi non recintati o quando si affida il cane ad altre persone.