«Basta cavalli macellati, sono animali d’affezione come cani e gatti». Proposta di legge per riconvertire gli allevamenti
di Alessandro Sala
Eleonora Evi (Pd): «Aiutare le aziende nella transizione verso una produzione agricola vegetale». Animal Equality: «Troppe violenze sugli animali prima e dopo la macellazione. I controlli? Ci sono, ma non le fermano»
Divieto di macellazione di tutti gli equidi e loro riconoscimento come animali d’affezione. È stata presentata oggi, nella Sala Conferenze della Camera dei Deputati, la proposta di legge per il divieto di macellazione degli equidi e il loro riconoscimento come animali d’affezione. Il testo è stato illustrato da Eleonora Evi, deputata del Pd, prima firmataria, che lo ha redatto assieme alle colleghe di partito Patrizia Prestipino e Deborah Serracchiani. Oltre al riconoscimento degli equidi – categoria che ricomprende sia i cavalli sia gli asini – come animali d’affezione, sono previste ulteriori disposizioni per la tutela degli animali e norme che agevolino la transizione e la riconversione delle aziende agricole oggi impegnate nell’allevamento di questi animali ai fini alimentari.
Alla presentazione è intervenuta anche Francesca Flati, responsabile delle Relazioni istituzionali di Animal Equality Italia, associazione che ha contribuito a fornire pareri per la definizione delle nuove norme, che ha parallelamente presentato la recente inchiesta condotta dall’organizzazione in un macello equino dell’Emilia Romagna. Inchiesta che mostra le difficili condizioni in cui i cavalli sono allevati: in immagini girate in incognito emergono diversi episodi di violenza sugli animali, prima e durante la macellazione, e violazioni delle norme sul loro benessere da parte degli operatori.
Ma non è un caso singolo ad ispirare la proposta. Secondo i promotori dell’iniziativa non ci sono allevamenti in cui gli animali destinati alla macellazione possano davvero essere cresciuti con rispetto. Vale anche per i cavalli. Il punto di partenza è proprio il riconoscimento di un nuovo status per gli equidi, che per un numero sempre maggiore di persone non sono semplicemente carne o protagonisti di attività ludico-ricreative (leggi ippica ma anche traino di carrozze o trasporto di persone che non sono i loro proprietari), ma veri e propri compagni di vita. Norme simili, del resto, sono già in vigore in altri Paesi, come la Grecia che, ha ricordato Evi, nel 2020 ha vietato la macellazione dei cavalli includendoli nelle tutele già riservate a cani e gatti.
«Questa proposta di legge – sottolinea la deputata dem – mette in campo una serie di strumenti per monitorare i cavalli sul territorio in collaborazione con le Asl. Ma non solo: vogliamo realizzare la riconversione degli animali usati negli allevamenti, cavalli inclusi, prevedendo delle risorse economiche per farlo. È giusto e doveroso che questa riconversione degli allevamenti porti soprattutto a una produzione alimentare in chiave vegetale, per un cambiamento culturale e sostenibile. La proposta di legge poi mira a mettere fuori legge l’uso della Pmsg, un ormone estratto all’interno di vere e proprie fattorie del sangue in Europa a danno di migliaia di cavalle, per aumentare la produzione negli allevamenti intensivi».
Animal Equality evidenzia come pratiche come quelle documentate nell’inchiesta si verifichino «nonostante i controlli che dovrebbero impedirle e che non sono evidentemente efficaci». Non solo. L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, l’Efsa, ha stilato delle raccomandazioni scientifiche per la protezione degli equidi. Che però, come altri pareri redatti dalla stessa Efsa e relativi a diverse tipologie di animali allevati a fini alimentari, non hanno visto l’approvazione di corrispondenti interventi legislativi a livello comunitario o di singoli Stati per migliorare davvero le condizioni di detenzione e di macellazione dei capi. I cavalli si trovano dunque quello che Animal Equality definisce un «limbo giuridico» e per questo si tenta ora, almeno per loro – difficile farlo per suini, ovini e bovini -, dell’equiparazione agli altri animali d’affezione.
L’associazione cita poi dei dati pubblicati dal centro ricerche Ipsos nel maggio di quest’anno. Da essi deriva che tra il 92% degli Italiani consumatori di carne, solo il 17% dichiara di mangiare carne di cavallo almeno una volta al mese, una tendenza in calo nell’ultimo anno. L’indagine rivela inoltre che l’83% della popolazione che dichiara di non consumare carne di cavallo è guidata da vari motivi: il 44% semplicemente non è abituato e non ne è incuriosito, il 42% adduce motivazioni emozionali, provando per esempio empatia per questo animale, e il prima e durante la macellazione segue motivazioni etiche, considerando, appunto, i cavalli soprattutto come animali «da compagnia».
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