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Aggressione mortale da parte di cani: quando scatta l’omicidio colposo

Immaginare un’aggressione mortale da parte di un gruppo di cani fa sempre impressione. Non è una situazione frequente, ma quando accade la domanda è una sola: di chi è la responsabilità? La Cassazione penale risponde con la sentenza 15701 del 2025, che conferma la condanna per omicidio colposo a carico del detentore dei cani.

La posizione del detentore

La Corte chiarisce che non conta solo chi è proprietario dei cani. Conta chi, in quel momento, ha il dovere effettivo di controllarli. La responsabilità nasce dalla posizione di garanzia: chi detiene l’animale deve adottare tutte le precauzioni necessarie a impedire che faccia del male a qualcuno.

Perché la condanna è così grave

La morte della vittima è stata ritenuta prevedibile e prevenibile. La Cassazione sottolinea che l’aggressione non è un evento inevitabile se il detentore controlla il recinto, verifica che i cani non possano uscire, li gestisce in modo adeguato e interviene su comportamenti problematici. La colpa sta nella mancata prevenzione.

I giudici valutano anche la prevedibilità

La Corte ha analizzato le abitudini dei cani, l’area in cui vivevano, le condizioni del recinto e le eventuali segnalazioni precedenti. Non occorre che i cani abbiano già morso qualcuno. Basta che il contesto suggerisse un rischio che il detentore poteva e doveva affrontare. Per questo la responsabilità è stata confermata.

Un segnale forte per tutti i proprietari

La sentenza indica che la gestione di più cani o di cani con temperamento complesso richiede misure serrate. Non basta una recinzione improvvisata o una sorveglianza superficiale. La Cassazione richiama ogni proprietario a una vigilanza attiva e continua, proporzionata al numero di cani e alle loro caratteristiche.