A cosa servivano questi misteriosi dischi di pietra scoperti in Turchia?
Sono ricomparsi solo ora sotto i riflettori della ricerca scientifica, una serie di enigmatici oggetti circolari in pietra, scoperti circa tre anni fa durante i lavori di ampliamento di una strada nel distretto di Şemdinli, nella provincia turca di Hakkari. Il ritrovamento è avvenuto nella zona di Aktütün, a pochi chilometri dal confine tra Turchia e Iraq. Durante gli scavi emersero dal sottosuolo sei grandi pietre dalla forma regolare, tutte circolari e con un peso superiore ai 200 chilogrammi ciascuna.
Una scoperta casuale. Il primo ad accorgersi dell’insolita forma delle pietre fu Cafer Gezer, capo del villaggio di Konur. La loro geometria e la struttura compatta gli apparvero subito diverse dalle normali rocce della zona. Temendo che potessero andare perdute o danneggiate, Gezer fece rimuovere con mezzi meccanici le pietre e le trasferì davanti alla propria abitazione, dove sono rimaste custodite per circa tre anni.
Fossili, riti o fenomeni geologici? Secondo Gezer, quelle strane forme potrebbero avere un’origine ben più antica di quanto sembri. Dopo essersi documentato, ha iniziato a sospettare che potessero trattarsi di resti fossilizzati. «Attraverso le mie ricerche, ho scoperto che potrebbero essere fossili. Gli esperti hanno ipotizzato che appartenessero a specie animali estinte. Il loro aspetto è unico», ha spiegato. L’uomo ha contattato anche l’Università di Hakkari, dalla quale sarebbe arrivata l’ipotesi di trasferire le pietre al Museo di Van per consentire analisi più approfondite. Finora, tuttavia, nessuno studio sistematico è stato ancora avviato. Gli specialisti sottolineano che oggetti simili, rinvenuti in varie parti del mondo, possono avere origini molto diverse: da antiche macine utilizzate per la lavorazione dei cereali, a strutture rituali o cerimoniali, fino a semplici — ma spettacolari — concrezioni geologiche. Celebri esempi sono le “pietre di Moeraki” in Nuova Zelanda o alcune formazioni sferoidali rinvenute in Nord America e in Europa.
Un patrimonio da studiare. Ora, a distanza di tre anni dal ritrovamento, Gezer torna a chiedere l’intervento delle istituzioni. Secondo Arkeonew e altre fonti, l’appello è rivolto al Ministero della Cultura e del Turismo turco, ma anche ad archeologi, geologi e paleontologi affinché vengano effettuate indagini direttamente sul posto. «Se queste pietre venissero studiate adeguatamente, potrebbero dare un grande contributo alla scienza», ha sottolineato. La regione di Hakkari, caratterizzata da una geologia complessa e da una storia millenaria di insediamenti umani, potrebbe infatti nascondere testimonianze ancora poco conosciute del suo passato remoto. Finché non verrà chiarita la loro vera natura, le pietre circolari di Şemdinli restano un enigma aperto.
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