Abbattuti due ibis eremita, denunciato cacciatore nel Lecchese. Erano parte del progetto Life di reintroduzione
di Allessandro Sala
Le indagini dei carabinieri forestali sono state indirizzate dalle rotte dei due volatili, tracciate dai sistemi di rilevazione gps. La specie è in pericolo critico di estinzione
Un esemplare di ibis eremita
È accusato di avere abbattuto due esemplari di ibis eremita, una specie iconica e a rischio di estinzione, che da alcuni anni è oggetto di un progetto europeo Life di reintroduzione. E per questo è stato denunciato per uccisione di animali e furto venatorio. I militari, che al termine di indagini condotte anche con l’ausilio del reparto operativo del raggruppamento Cites di Roma, gli hanno contestato anche il possesso abusivo di un’arma e hanno proceduto a sequestrargli il tesserino venatorio, armi, munizioni e alcuni dispositivi informatici.
I due esemplari uccisi fanno parte proprio della popolazione seguita dal progetto di salvaguardia. Tutti i volatili sono dotati di rilevatori gps ed è proprio attraverso la posizione anomala che ad un certo punto hanno iniziato a segnalare. Il responsabile del progetto ha avvisato i carabinieri che hanno poi avviato le indagini. Hanno prima rintracciato i transponder, che erano stati rimossi dagli animali e portavano segni di manomissione che confermano un distacco non accidentale. Analizzando le tracce registrate nelle ultime ore di volo hanno poi ricostruito la rotta compiuta dai volatili e partendo dalle ultime localizzazioni sono arrivati ad individuare il presunto responsabile.
Nella Lista Rossa dell’Iucn, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, gli ibis eremita sono classificati come «in pericolo critico». Il progetto di reintroduzione, guidato dal Waldrapp Team austriaco e a cui partecipa anche il Parco Natura Viva di Bussolengo, è ormai consolidato e ha permesso di ricreare una popolazione che ogni anno compie le proprie migrazioni tra l’Austria e l’Italia centrale, in particolare la laguna di Orbetello, dove trascorre il periodo più freddo. L’intervento è caratterizzato dall’essere particolarmente creativo e innovativo: i nuovi esemplari, nati in alcuni centri riproduttivi, tra cui quello di Bussolengo, vengono allevati da ricercatrici che fanno da «mamme surrogate»: sono loro a nutrirli quando sono pulli e sono sempre loro ad accompagnarli nella prima migrazione insegnando loro la rotta. Per farlo si alzano letteralmente in volo con loro, a bordo di alcuni veicoli ultraleggeri con cui attraversano le Alpi, la Pianura Padana e gli Appennini fino ad arrivare sulle coste tirreniche. Un’idea che all’inizio sembrava impossibile, ma che è stata realizzata e ha dato risultati stupefacenti.
Purtroppo questi uccelli sono sempre nel mirino dei bracconieri. Si calcola che un esemplare di tre venga ucciso dalla caccia illegale. «L’abbattimento dei due esemplari – spiega una nota dei carabinieri forestali – assume connotati di estrema gravità a danno dell’intera collettività nazionale ed internazionale poiché le attuali ridotte consistenze numeriche delle popolazioni conferiscono ad ogni ibis eremita un inestimabile valore ecologico, oltre ad inficiare notevolmente le azioni a tutela della biodiversità, principio fondamentale introdotto nella Carta Costituzionale».
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