Ancona, paura per la presenza del lupo. Le associazioni locali: “Non ci sono rischi per l’uomo”
C’è paura, una paura ingiustificata, nell’Anconetano per le voci relative alla presenza di lupi.
Il ritorno del lupo nei nostri ambienti naturali è una delle più grandi storie di successo della conservazione in Italia, ma sta suscitando anche un’ondata di allarmismi infondati. Per fare chiarezza sulla reale situazione e sulla necessità di una corretta coesistenza, le maggiori associazioni animaliste e ambientaliste – ENPA, LAC-Lega Abolizione Caccia, LAV, La Lupus in Fabula, e WWF Italia ETS – hanno diramato un comunicato stampa congiunto.
Dalla soglia dell’estinzione negli anni Settanta, il lupo ha compiuto un percorso di ricolonizzazione straordinario grazie al divieto di caccia, alle leggi di tutela (come la L. 157/92) e all’aumento delle sue prede, in primis il cinghiale. Questa espansione, tuttavia, avviene in un territorio sempre più frammentato e antropizzato, che “costringe” l’animale a frequentare ambienti agricoli e, talvolta, ad avvicinarsi ai margini urbani.
Nessun pericolo per l’uomo: La scienza smentisce le paure
Di fronte ai crescenti articoli che descrivono situazioni “rischiose” o “pericolose”, le associazioni sono nette: non esiste un giustificato pericolo per l’incolumità umana.
Per smentire tali allarmismi infondati è sufficiente ricordare che l’ultima aggressione letale in Italia di un lupo ad un uomo risale al 1825.
L’episodio, avvenuto due secoli fa, si collocava in un contesto sociale e ambientale totalmente differente da quello odierno. Il lupo è un animale diffidente e intelligente e tende per sua natura a evitare il contatto con l’essere umano, anche a causa della storica e spietata persecuzione subita.
L’inverno e il naturale spostamento
Molti degli avvistamenti che generano panico nelle ultime settimane rientrano in un comportamento del tutto normale per la specie in questo periodo dell’anno. Ogni inverno, i lupi, non più vincolati ai siti di crescita dei cuccioli ormai autosufficienti, si spostano alla ricerca di nuove fonti alimentari e di nuovi territori da esplorare.
Essendo un animale opportunista, il lupo segue il cibo. È qui che subentra l’intervento involontario o l’incuria dell’uomo: sacchi dell’immondizia lasciati fuori dai cassonetti o cibo abbandonato per gatti e cani randagi possono attrarre i selvatici verso aree più abitate.
Gestire la coesistenza e custodire gli animali domestici
Sebbene il lupo non sia una minaccia per l’uomo, è vero che possono avvenire predazioni a danno di bestiame domestico o animali da affezione. Tuttavia, queste situazioni si verificano quasi esclusivamente quando gli animali non sono adeguatamente custoditi e privi di misure di protezione.
“I lupi non si avvicinano ad animali tenuti accanto a noi perché di noi hanno timore”, precisano le associazioni. Cani di piccola o media taglia sono stati predati solo se lasciati soli, liberi o incatenati in aree non recintate.
L’imperativo è chiaro: è fondamentale non tenere cani e gatti fuori la notte in aree a rischio e implementare adeguate misure di protezione per gli altri animali.
La persecuzione silenziosa continua
Nonostante il lupo sia protetto, le reazioni avverse e persecutorie innescate dagli allarmismi continuano a mietere vittime. Si stima che ogni anno, tra i 200 e i 500 lupi muoiano uccisi illegalmente da fucilate, veleno e trappole, o a causa di investimenti stradali.
Per concludere, le associazioni invitano i cittadini a non cedere alla diffusione di allarmismi sui social media per “guadagnare like”, evitando di inseguire gli animali e causando loro ulteriore stress. Al contrario, si chiede di affidare ogni dubbio o avvistamento con fiducia alle istituzioni pubbliche, alle Forze dell’Ordine e alle associazioni accreditate, per garantire una serena e informata coesistenza tra l’uomo e questa specie preziosa.