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Bimba morta ad Acerra, 8 mesi senza verità: per il cane Tyson c’è speranza, per Laika è troppo tardi

È una vicenda segnata dal silenzio e da lati oscuri quella che ruota intorno alla morte di Giulia Loffredo, la bambina di nove mesi trovata in una pozza di sangue nella sua casa di Acerra. Mentre per il cane Pit Bull Tyson, principale accusato, si apre uno spiraglio di futuro, per Laika, la cagnolina di piccola taglia sequestrata quella notte, ogni possibilità si è spenta: è morta nel canile sanitario dov’era a disposizione delle autorità, in isolamento, senza che la famiglia ne fosse informata. Una morte di cui la proprietaria, la mamma di Giulia, Angela Castaldo, ha appreso tramite l’avvocato di famiglia da noi de La Zampa. Un caso che, tra inchieste ancora aperte e responsabilità non chiarite, rivela la fragilità di un sistema in cui anche la sorte di due animali finisce di rimanere intrappolata nella burocrazia.

Otto mesi di indagini

Ma andiamo con ordine. Sono passati otto mesi dalla notte di quel 15 febbraio in cui è morta Giulia, bambina di nove mesi che si trovava in un appartamento del rione popolare Ice Snei ad Acerra, in provincia di Napoli, col papà Vincenzo Loffredo e due cani: il Pit Bull Tyson e un incrocio di piccola taglia Laika. Stava dormendo sul lettone accanto al papà, poi risultato positivo alla cannabis, per poi esser dichiarata morta ore dopo al pronto soccorso della clinica Villa dei fiori. Quello che è successo in quel lasso di tempo è ancora al vaglio degli inquirenti, che dal primo momento hanno attribuito al “cane aggressivo” un ruolo nella morte della bambina. Su tutta la vicenda c’è stato il massimo riserbo, tant’è che dopo otto mesi ancora non sono state chiuse le indagini, non si sa ancora l’esatta causa e la dinamica della morte della bambina, il padre – ascoltato in procura di Nola il 22 settembre – è ancora indagato per omicidio colposo, ma negli ambienti già si parla di archiviazione. La morte di Giulia potrebbe quindi essere “un incidente”, anche se rimangono da chiarire i dubbi sull’omissione di soccorso, sulla tutina cambiata prima di andare in ospedale, sulla casa ripulita dal sangue prima del sopralluogo della Scientifica.

Il cane Tyson fuori dall’isolamento

Il Pm, Marco del Gaudio, non si sbilancia: “Stiamo conducendo ulteriori accertamenti, la scorsa settimana abbiamo avuto altri risultati dai Carabinieri della scientifica e quindi stiamo tirando le somme e a breve mi aggiornerò con i colleghi per le ultime valutazioni”. E aggiunge: “Si è trattata di una vicenda particolare, di una morte probabilmente imprevedibile” che ha in qualche modo “coinvolto il cane aggressivo”. Ma a domanda specifica, afferma di non essere aggiornato sulle sorti del cane: “Non so esattamente dove si trovi”. Quello che La Zampa ha scoperto in esclusiva, il cane Tyson sta bene: lunedì 6 ottobre è stato trasferito dal canile sanitario di Frattaminore, dove era sotto sequestro dalla notte della morte di Giulia, al rifugio Lanna di Caivano, dove rimane a disposizione dell’Asl di Napoli 2, che ha fatto richiesta di una ulteriore perizia comportamentale. Il Pit Bull, infatti, non è mai risultato aggressivo agli occhi dei veterinari dell’Asl.

La morte del cane Laika

Ma se per Tyson il futuro potrebbe esser diverso, per Laika ormai è troppo tardi. Come appreso in esclusiva da La Zampa, il cane meticcio di piccola taglia di proprietà della mamma di Giulia, Angela Castaldo, è morto un mese fa mentre era sotto sequestro nel canile sanitario Fido&Felix di Frattaminore. Una notizia che la famiglia Loffredo ha appreso da noi de La Zampa tramite l’avvocato Luigi Montano settimane dopo il decesso e non dalla Procura di Nola. L’Asl di Napoli 2 ha fatto richiesta di autopsia e comunicato il decesso all’autorità giudiziaria “come da procedura”. Ma pare che il Pm non ne sia stato informato così come la notizia non sia stata comunicata ufficialmente, neppure durante l’ultimo interrogatorio di Vincenzo Loffredo di tre settimane fa.

La famiglia non informata

Come ha detto in esclusiva a La Zampa il dottor Nicola Ambrosio, responsabile veterinario dell’Asl di Napoli 2, “valuteremo la possibilità che Tyson venga adottato da una associazione cinofila o da un privato con i giusti requisiti”, non prima della “rinuncia di proprietà”. A detta di chi è stato a stretto contatto con i cani in questi mesi, la famiglia si è disinteressata a entrambi i cani: “Non hanno fatto richieste per conoscere le loro condizioni o domanda di dissequestro”. Dal racconto emerge la lunga attesa di questi cani che per mesi sono rimasti in qualche modo bloccati nella burocrazia. “Una volta espletate le varie procedure d’indagine non c’era motivo per cui rimanessero in canile sanitario”, dove vivevano di fatto in isolamento, in box singoli, fatti uscire da soli una volta al giorno da personale specializzato.

Due cani bloccati nella burocrazia

“Abbiamo più volte scritto alla Procura, che ci ha dato l’autorizzazione al trasferimento in rifugio solo ora”. Ma per Laika ormai era troppo tardi: “Il cane di piccola taglia è morto più di un mese fa, improvvisamente, senza dare segni di malessere”. Una condizione definita dal veterinario “iperacuta” e “non prevedibile” ma anche “inspiegabile”, tant’è che Ambrosio ha richiesto l’autopsia sul cane, il cui corpo si trova da quattro settimane in un cella frigo dell’Università di Napoli, dove “per ragioni organizzative” non è stata ancora eseguita. “Noi non abbiamo alcun contatto diretto con la famiglia Loffredo, nè con la proprietaria del cane o i loro avvocati, come è giusto che sia: noi abbiamo informato la Procura, a cui spetta il compito di aggiornare gli interessati”. Bisognerebbe capire che cosa è andato storto in questa procedura.