Declassamento del lupo: è una pagina nera per l’ambiente
“Un voto ingiusto, ingiustificabile, inaccettabile, figlio solo della cattiva politica, quella contro l’ambiente e contro la biodiversità”. Così l’Ente Nazionale Protezione Animali commenta il voto espresso oggi dall’aula di Montecitorio, che ha visto la maggioranza di governo esprimersi a favore del declassamento del lupo da specie particolarmente protetta a specie protetta nell’ambito della legge di Delegazione Europea, che affida al governo la possibilità di recepire le decisioni in sede comunitaria.
“Oggi è stata scritta una pessima pagina, sotto ogni aspetto. Quello della Destra è un voto antiscientifico, nato dalle pressioni di una parte degli allevatori, nonché del mondo venatorio, ormai tutto spostato su posizioni estremiste, e dal mondo delle armi. Eppure, il lupo, come la scienza dimostra, è al vertice della catena delle predazioni nel mondo naturale, è il primo predatore degli ungulati, di cui regola le popolazioni. È assurdo che chi invoca la sua uccisione sia poi chi invoca la soluzione finale contro i cinghiali: una contraddizione ridicola, ma devastante sotto il profilo dell’impatto sugli ecosistemi. Ma siano tutti ben attenti, perché questo voto che delega il governo a varare provvedimenti legislativi di adeguamento della cattiva modifica della direttiva comunitaria non significa affatto che il lupo sia cacciabile. Il passaggio dall’allegato IV all’allegato V rende solo un po’ meno difficile il ricorso al regime di deroga di questa che è pur sempre una specie protetta.
Abbiamo chiesto in ogni sede che l’Italia mantenesse nella legislazione interna, in particolare nella legge 157 del 1992, la piena tutela di questo animale con lo status di specie particolarmente protetta. Infatti, non vi è nessun obbligo da parte degli Stati membri di ridurre le misure di protezione. Ma le campagne di facile allarmismo che sono state promosse rischiano di incrementare il criminoso fenomeno del bracconaggio, che fa del lupo una specie particolarmente perseguitata nel nostro Paese.
Nel 10% della popolazione di lupi persa ogni anno responsabile è spesso il bracconaggio nei modi più barbari, con le fucilate, con le trappole, con il veleno, con gli investimenti volontari. Una situazione emergenziale di cui vengono diffuse cifre assolutamente inferiori alla realtà. Come è stato riportato dall’associazione “Io non ho paura del lupo”, i dati di mortalità dovuta a varie ragioni, riportati dalle regioni, registrano numeri di lupi morti molto più alti di quelli generalmente diffusi. E bisogna sfatare anche la questione dei danni, in quanto una percentuale irrisoria di animali da allevamento viene predata dai lupi, che si rivolgono soprattutto agli animali selvatici per sopravvivere.
Le cifre che alcuni allevatori denunciano sarebbero assolutamente inferiori, quasi azzerate, se fossero adottati metodi di prevenzione, quella che è la strada che da sempre l’Ente Nazionale Protezione Animali chiede in ogni sede, compresa quella parlamentare. I metodi di prevenzione dalle predazioni funzionano eccome: dai recinti elettrificati ai cani da guardiania, al ricovero notturno delle greggi, alla presenza del custode, abbinandone almeno due in contemporanea. È solo una questione di informazione, di interventi delle regioni e di volontà politica, o meglio di cattiva politica, spesso dedita alle campagne di allarmismo. Non è un caso che le predazioni, come anche l’ISPRA afferma, siano registrate soprattutto negli stessi luoghi e nelle stesse aziende agricole: vogliamo che siano applicate le misure di prevenzione.
Ringraziamo le forze di opposizione che hanno votato contro l’articolo 8 della legge di Delegazione Europea, che inasprisce la persecuzione del lupo in Italia. Beninteso, noi ci opporremo in ogni sede, con tutti i mezzi legali, a che sulla pelle del lupo continui a perpetuarsi una malapolitica che fa solo danni all’ambiente e agli stessi allevatori, tanto disinformati.”