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La rinascita di Fallon, un gatto speciale nato con la polidattilia e la “tortitude”

Capita, a volte, che la vita di un animale si regga su un filo sottilissimo e che, nonostante tutto, quel filo non si spezzi. È ciò che è accaduto a una minuscola gatta trovata immobile in una pozzanghera sul retro di una casa di Indianapolis. Sembrava incapace di affrontare il mondo, eppure conservava dentro di sé un’energia sorprendente, pronta a rivelarsi alla prima mano gentile che la avrebbe raccolta.

Un gatto speciale, apparso dal nulla

Fallon – così verrà poi chiamata – era poco più di un sussurro: appena quattro giorni di vita, il corpo ancora incapace di mantenere il calore, e un peso che sfiorava appena 110 grammi. Ma la micia, nata con polidattilia e quindi dotata di “zampette a mo’ di guantoni”, mostrava fin da subito quella tipica “tortitude”, il temperamento vivace e determinato dei gatti tartarugati.

La cura che riaccende

Accolta dai volontari di IndyHumane, Fallon fu scaldata, nutrita e monitorata senza sosta. Le sue due sorelline non ce l’hanno fatta, ma lei sembrava decisa a non mollare. Una delle volontarie, Kelsey, si accorse immediatamente di quella forza. La piccola, appena riscaldata, iniziò a succhiare il biberon con un’avidità sorprendente. Con gli occhi ancora chiusi, Fallon iniziò a mettere radici nella sua nuova vita.

Dita extra, coraggio extra

Quando le palpebre si aprirono mostrando due occhioni curiosi, tutto cambiò. Fallon non si limitò a essere viva: iniziò a esplorare. Le sue zampette extra sembravano aiutarla nell’equilibrio, come se avesse un paio di pattine in più con cui affrontare il mondo. Dopo ogni poppata, si lanciava in piccole avventure: prime camminate traballanti, primi tentativi di arrampicare, primi salti da minuscole altezze che la facevano sentire una tigre in miniatura. A soli 450 grammi, aveva già un carattere da gigante: pancia tonda, motore di fusa sempre acceso e quell’aria da “sorvegliante” che molti gattini sicuri di sé adottano.

Il bisogno etologico di un compagno

Crescendo, Fallon accumulava energia a ritmi impossibili da eguagliare per un umano. Dal punto di vista comportamentale, i gattini cresciuti come “singletons” – cuccioli senza fratelli – spesso devono imparare le regole del gioco felino da un compagno della loro età: saper dosare il morso, leggere i segnali dell’altro, condividere gli spazi. Kelsey lo intuì subito: Fallon aveva bisogno di un’amica. In un primo momento, il gatto di casa, Tucker, si avvicinò con sorprendente gentilezza, strofinando la testa sulla piccola. Un gesto affettivo che, nel linguaggio felino, equivale a dire: sei dei nostri. Ma non bastava a contenere l’esuberanza della micina. Serviva un coetaneo. Serviva qualcuno che sapesse rotolare, correre, ribaltarsi, rispondere.

Isla, la gattina che aspettava senza saperlo

Intanto, in un’altra casa-famiglia, un’altra volontaria – Belinda – stava allevando una trovatella di due settimane e mezzo: Isla, una minuscola tabby tanto dolce quanto esplosiva. La casualità – o forse il destino – fece incontrare le storie delle due gattine. La prima presentazione fu prudente: Isla, leggermente più grande, sibilò e diede qualche zampata per mettere in chiaro le gerarchie. Ventiquattro ore dopo, erano inseparabili. Fallon e Isla hanno iniziato a fare tutto insieme: corse folli lungo i corridoi, salti sincronizzati dai mobili bassi, lunghe dormite intrecciate come due germogli nati dalla stessa radice. Pur essendo più piccola, Fallon tiene perfettamente il passo, e Isla sembra aver trovato in lei la compagna ideale per affinare le proprie competenze sociali.

Una storia condivisa

Oggi Fallon e Isla sono cresciute, forti e curiose, pronte a passare all’adozione con la consapevolezza – tutta felina – che ciò che le ha salvate non è solo il latte o il calore, ma anche la presenza dell’altra. Un’amicizia nata dal caso, diventata una scuola di vita.