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Monte Bondone: l’elicottero per innevare il Palon è un segnale gravissimo e un precedente pericoloso. La montagna chiede rispetto

Venerdì 5 dicembre sul Monte Bondone si è svolta un’operazione che è il simbolo lampante di un modello che cerca di forzare la montagna oltre i suoi limiti naturali, ignorando il contesto climatico in cui ormai viviamo. Secondo quanto documentato da numerose testimonianze, anche video, Trento Funivie, società che gestisce gli impianti, ha effettuato oltre quaranta rotazioni in elicottero per trasportare neve artificiale sulla parte alta del Palon. In quella parte della pista la neve naturale risultava quasi assente a causa del forte vento e, neanche la disponibilità di acqua nel bacino e le temperature adatte per produrre neve artificiale, potevano garantire la sciabilità. L’intervento è durato quasi 4 ore e ha comportato l’emissione in atmosfera di almeno una tonnellata e mezzo di CO2.

Mentre il clima cambia sotto i nostri occhi (oggi lo zero termico ha toccato i 3500m), la risposta non può essere quella di bruciare carburante per trasportare neve artificiale su una montagna che, semplicemente, in quelle condizioni non può garantire ciò che garantiva un tempo.

Il paradosso è evidente: meno di tre settimane fa Trento Funivie, sulle proprie pagine social, promuoveva il suo impegno “per far vivere la montagna nel modo più autentico e responsabile possibile”, salvo poi ricorrere a uno dei mezzi più impattanti disponibili per innevare una pista.

La necessità di aprire almeno il 50% delle piste per non perdere clienti durante il ponte dell’Immacolata non può diventare un lasciapassare per interventi che ignorano ciò che la montagna ci insegna da sempre: la cultura del limite. Non tutte le condizioni meteorologiche possono essere compensate artificialmente, e non a qualsiasi costo.

Per questo riteniamo l’operazione di venerdì inaccettabile. Per il suo impatto. Per ciò che rappresenta, parte di una continua aggressione al territorio. E perché apre la strada a una normalizzazione di pratiche che nulla hanno a che fare con la sostenibilità.

Chiediamo che venga posto un limite chiaro e definitivo allo sfruttamento delle montagne e all’impiego di mezzi altamente impattanti. Chiediamo inoltre al Comune di Trento, socio di Trento Funivie, e all’assessore Pedrotti, competente in materia, di spiegare se fosse informato dell’operazione e se la ritenga compatibile con la strategia di sostenibilità che il Comune afferma di voler promuovere.

La transizione ecologica non può limitarsi alle parole: deve manifestarsi attraverso scelte responsabili, soprattutto quando riguardano beni collettivi e fragili come la montagna.

Extinction Rebellion Trentino, WWF Trentino Alto Adige, Circolo di Trento di Legambiente, Rete Climatica Trentina, Italia Nostra – sezione trentina, LIPU sezione di Trento, Associazione per l’Ecologia, Yaku, L’Ortazzo, ENPA del Trentino sezione di Rovereto, Acque Trentine, Mountain Wilderness Italia