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Pitbull muore di stenti nell’appartamento in cui lo hanno abbandonato. Trovato tra sangue e escrementi

di Alessandro Sala

Le guardie zoofile dell’Oipa, allertate dai vicini di casa, lo hanno portato d’urgenza in clinica ma era ormai troppo tardi. «Faremo denuncia». E Brambilla: «Trovare i responsabili e applicare il massimo della pena, ora la legge c’è»

È stato abbandonato ed è rimasto praticamente solo in un appartamento per molte settimane. Forse anche un paio di mesi, dopo che le persone con cui viveva in quell’abitazione, a Piacenza, si erano trasferite lasciandolo senza cure. Solo di tanto in tanto qualcuno, non ben identificato, si presentava sul posto per portare del cibo. Ma erano visite sporadiche, a sentire i vicini di casa, e senza che mai l’animale fosse portato all’esterno. Questa lunga e solitaria reclusione gli è costata la vita: quando le guardie zoofile dell’Oipa sono riuscite ad accedere ai locali, lo hanno trovato a terra in una pozza di sangue e di escrementi. Le immagini della scena che si è presentata ai loro occhi non sono pubblicabili, tanto sono dure. Per questo abbiamo scelto di usare invece la foto di un pitbull sano e felice, come tutti i cani dovrebbero essere.

Era un pitbull anche il protagonista di questa triste storia. Si chiamava Raul e aveva circa 4 anni. Bisogna purtroppo parlarne al passato, perché anche se all’arrivo delle guardie zoofile l’animale era ancora in vita, le sue condizioni apparse subito molto gravi. Trasportato d’urgenza in una clinica, è deceduto poche ore dopo il ricovero. I veterinari non hanno potuto fare nulla per salvarlo, tanto era ormai debilitato. I medici hanno rilevato tracce di una epilessia probabilmente mai affrontata. Chissà se sia mai stato sottoposto a delle normali visite veterinarie.

Nell’appartamento diverse stanze avevano i pavimenti ricoperti di sangue ed escrementi, segno che la sua agonia, seguita ad un probabile collasso, si è protratta a lungo. Ad allertare l’Oipa sono stati i vicini di casa che lo hanno sentito lamentarsi e guaire in maniera più insistente rispetto al solito. Ma, come detto, l’intervento non è servito a salvarlo. L’associazione ora intende procedere con una formale denuncia. «Dalle informazioni disponibili – dice l’avvocata Claudia Taccani, dell’ufficio legale di Oipa -, la morte di Raul sarebbe il risultato di gravi condotte omissive che dovranno essere chiaramente accertate nelle sedi competenti. Chi ha sbagliato paghi, con tutte le conseguenze del caso».

Su questa linea c’è anche l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e della Leidaa. Anche la sua associazione presenterà una formale denuncia. Intanto la parlamentare ricorda che dal primo di luglio è in vigore la legge che porta il suo nome e che in questo caso si figura il reato di maltrattamento con successivo decesso, che con le nuove norme prevede una pena fino a tre anni di reclusione e 45mila euro di multa. «Crimini del genere – sottolinea Brambilla – non possono più restare impuniti. La mia legge ha dato uno strumento importante alle forze dell’ordine e ai magistrati che, ora, hanno il dovere di applicarlo: chi ancora pensa che i reati contro gli animali siano crimini di serie B farebbe meglio a trasferirsi in un altro paese. Il tempo dell’impunità, in Italia, è finito».

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