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Sea Shepherd: «Le case-trappola dei polpi, il lato oscuro del Mediterraneo. Il pesce a Natale? Il peggiore dell’anno»

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Il racconto di Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia, parte dai polpi. Da quegli animali intelligentissimi che arredano le loro tane con cura maniacale, ognuno con un carattere diverso: timidi, coraggiosi, esploratori che restano a lungo sul braccio di chi li salva, come per stabilire un contatto. Ed è proprio da loro che nasce una delle campagne più significative dell’organizzazione.

Morello, in un’intervista a Gambero Rosso, ricorda quando nel 2022 Sea Shepherd recuperò quasi ottomila trappole illegali: finte “case” che attiravano i polpi fino a uccidere perfino le uova.

Liberare gli animali uno per uno significava imbattersi in individui unici, ognuno con la propria personalità. Una campagna che ebbe un impatto enorme, al punto che negli anni successivi il numero di trappole diminuì: troppi rischi per i pescatori illegali, troppe confische.

Quell’esperienza spinse Sea Shepherd ancora più a est, fino al confine del Mediterraneo: nel Mar di Tracia furono recuperate 34.500 trappole, un mare letteralmente disseminato di plastica. Plastica che oggi, grazie a Montegrappa, è diventata una penna simbolo di legalità, con i ricavati destinati a nuove campagne.

Un mare che può risorgere, se lo lasciamo in pace

Morello racconta che Sea Shepherd Italia nasce nel 2010, quando il tonno rosso era a un passo dall’estinzione. Da allora i volontari sono diventati centinaia, impegnati in sette campagne attive soprattutto nelle aree marine protette: «Facciamo da ranger della biodiversità».

Ed è proprio lì che si vede quanto il mare, lasciato in pace, riesca a rinascere. L’esempio del Plemmirio, a Siracusa, è emblematico: dopo dieci anni di reale protezione, le cernie sono tornate in quantità incalcolabili, i pesci non fuggono più all’avvistamento umano e l’ecosistema assomiglia finalmente a quello di cui parlavano i nonni.

Un contrasto netto con ciò che accade fuori dalle aree protette: il mare come far west, fatto di sovrasfruttamento, illegalità, scarsa trasparenza e filiere opache che spesso hanno alle spalle vere organizzazioni criminali.

Trappole, frodi, traffici

Dietro il traffico illegale di polpi e pesce non ci sono piccoli pescatori, ma grossi importatori ed esportatori, pronti a sfruttare ogni varco burocratico. Morello cita operazioni in cui le autorità italiane hanno trovato scatole etichettate “gamberi di Mazara del Vallo” in Africa occidentale. Il metodo è sempre lo stesso: trasbordi tra diverse imbarcazioni per far sembrare “europea” merce pescata illegalmente altrove.

Non stupisce, quindi, che Sea Shepherd lavori fianco a fianco con Guardia Costiera e Guardia di Finanza: pattugliamenti, indagini, segnalazioni, azioni dirette.

Cosa può fare il consumatore

Il consumatore può orientare il mercato, sostiene Morello. La domanda crescente di polpo – quadruplicata negli ultimi dieci anni – ha fatto esplodere prezzi e illegalità, un fenomeno simile a quello che colpì il tonno rosso quando divenne oggetto di traffici multimilionari.

E non va meglio con la pesca a strascico, che ara letteralmente il fondale per poi rigettare fino al 75% delle catture, già morte, perché non hanno valore commerciale.

O con la pesca al krill in Antartide, indispensabile per le balene ma usato per colorare artificialmente la carne dei salmoni di allevamento.

Dicembre, il mese peggiore

E quando arriva Natale? «Dicembre è il mese peggiore per comprare pesce» ricorda Morello. È un periodo critico per gli stock, un momento di forte pressione commerciale e di qualità spesso inferiore.

Il suo consiglio, in generale: mangiare molto meno pesce, evitare i predatori, scegliere solo prodotto davvero sostenibile. Il suo comportamento personale è ancora più netto: «Dopo quello che ho visto in mare, io non lo mangio più il pesce».

Cosa è Sea Sheperd

Sea Shepherd è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro fondata nel 1977, dedicata alla protezione degli ecosistemi marini attraverso azioni dirette non violente.

Cosa fa

Contrasta la pesca illegale e le attività che danneggiano il mare. Supporta le autorità nelle operazioni di controllo. Pattuglia aree marine protette e zone a rischio. Recupera attrezzature illegali, reti fantasma e plastica. Sensibilizza i consumatori sull’impatto ambientale del pesce. Svolge campagne speciali contro cacce e traffici di specie protette. Sea Shepherd Italia (dal 2010) Decine di campagne in Mediterraneo. Centinaia di volontari attivi.

Importanti le operazioni contro pesca illegale di tonno rosso, polpi e altre specie.