Simon, il gatto che non cammina ma sceglie l’amore: così una mamma adottiva gli ha cambiato la vita
In mezzo a un piccolo branco di gattini raccolto tra le sterpaglie, c’era un cucciolo che non si muoveva come gli altri. Non sgattaiolava, non barcollava, non tentava quei primi passi incerti tipici dei neonati. Lui osservava. Con un orecchio sempre drizzato, vigile, come se stesse decifrando il mondo un suono alla volta.
Eppure, ogni volta che mamma gatta si sdraiava, quel micetto arancione faceva di tutto per raggiungerla: con le zampe anteriori scavava il terreno, trainava il corpo, si infilava sotto il suo petto in cerca di calore. Lei non lo allontanava. Lo accoglieva, anche se non era suo figlio.
Una famiglia nata dal caso
Quando i volontari di Tails High hanno messo in sicurezza quella cucciolata, hanno capito subito che quel gatto speciale non faceva parte di quella cucciolata. Era più grande, con lineamenti più marcati. La sua madre biologica non c’era più, scomparsa. E così Recess lo aveva semplicemente preso con sé. Il cucciolo si era affidato a lei senza esitazioni, come soltanto i piccoli sanno fare. Simon era in parte paralizzato per una lesione alla colonna vertebrale. Eppure nulla, proprio nulla, nella sua indole lasciava spazio alla rassegnazione.
Un gatto speciale
Simon era assetato di movimento, curioso, vivace. Si trascinava ovunque, scopriva angoli nuovi, chiamava gli altri gatti con miagolii sottili. Ma aveva bisogno di un posto sicuro, che gli è stato offerto da Ryen, una volontaria che da anni accoglie animali con esigenze particolari. Nella sua casa, Simon ha trovato pavimenti lisci, tappeti morbidi, una routine capace di rispettare i suoi tempi. E lì è accaduto qualcosa di sorprendente: il cucciolo, invece di frenarsi, ha accelerato. Ha imparato a sollevarsi con le zampe anteriori, a trascinarsi verso la finestra quando sentiva un rumore, a salire sul divano come un piccolo atleta che non accetta barriere.
Manuale vivente di adattamento
Come si vede nelle foto che l’associazione ha pubblciato sui social (@tailshigh), Simon non perde occasione per unirsi agli altri gatti: si accoccola, li saluta, li tocca con la zampa in un gesto tutto suo, delicato e insistente. Il suo corpo non funziona come dovrebbe, ma funziona come vuole lui. Secondo gli studi neurologici, i gatti paralizzati sviluppano una straordinaria capacità di compensazione: potenziano i muscoli anteriori, memorizzano nuovi percorsi, imparano a “leggere” superfici e appoggi con una precisione che sfugge anche agli umani più attenti. E Simon è un manuale vivente di adattamento. Perfino la lettiera — ostacolo per molti animali con disabilità — è diventata una conquista quotidiana, quasi una sfida personale.
Dall’agopuntura ai progressi quotidiani
Con il supporto del rifugio, Simon ha iniziato sedute di fisioterapia e agopuntura. Una tecnica che, nel trattamento veterinario, può migliorare la conduzione nervosa e ridurre le infiammazioni. Nel suo caso, i progressi si sono manifestati come minuscoli passi in avanti: più controllo del tronco, maggiore stabilità, una mobilità “alternativa” ma sempre più fluida. Chi conosce Simon racconta che entra in una stanza come un vento leggero: non puoi ignorarlo, ma non invaderebbe mai il tuo spazio senza essere invitato. Ha un modo di salutare tutti — persone e felini — che sembra un abbraccio fatto di fusa. È un gatto che non chiede, ma offre. E forse è proprio questo il segreto della sua forza. “Si muove in modo diverso, ma questo lo rende unico”, scrivono dal rifugio. “Simon è morbidezza e resistenza nello stesso corpo, la prova che la fragilità può diventare luce quando trova chi la vede davvero”.