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Wwf e Enpa: «No a botti e fuochi artificiali, spaventano e uccidono gli animali. Le alternative ci sono, i sindaci siano più coraggiosi»

di Alessandro Sala

Gli appelli delle due associazioni ai Comuni: fare rispettare i divieti e proporre nuovi modelli di festa ai cittadini. «Troppi animali selvatici muoiono, cani e gatti si spaventano e vivono situazioni di forte stress»

Fermiamo i botti di Capodanno, causa di shock e morte tra la fauna selvatica, di stress e panico tra cani e gatti che vivono nelle nostre case. È quanto chiede il Wwf Italia, suggerendo di sostituirli con opzioni a basso rumore oppure con giochi di luci.

«Rumori forti e luci improvvise nel cielo – spiega l’associazione del panda – provocano traumi, disorientamento, fughe caotiche e shock immediati negli animali selvatici. Le conseguenze sono spesso mortali, ma ci sono anche effetti a lungo termine, come alterazioni comportamentali e danni al sistema riproduttivo». Il problema è che sempre di più queste attività avvengono a ridosso della campagna o dei boschi, ormai sempre più vicini alla città. Questi effetti forse non sempre sono visibili, ma ci sono.

Sono invece decisamente sotto gli occhi di chi condivide la propria casa con cani o gatti le reazioni di paura che gli amici a quattro zampe manifestano durante i festeggiamenti, che peraltro sono spesso anticipati da prodromi che si registrano anche diversi giorni prima della notte di San Silvestro. Anche in questi giorni, per dire. «Negli animali domestici i botti causano panico, ansia e stress – sottolinea ancora il Wwf – I botti in città possono danneggiare anche la vegetazione: le alte temperature e le scintille possono innescare incendi o provocare bruciature a chiome e tronchi di alberi, mentre i residui chimici ricadono sul suolo compromettendo la salute di alberi e aiuole urbane. A tutto questo si aggiunge un inquinamento atmosferico non trascurabile, per la presenza di metalli pesanti, particolato e perclorati».

Nasce da queste considerazioni l’appello ai Comuni affinché vietino, con una apposita ordinanza, i botti di Capodanno nel loro territorio, come molte città anche grandi, a partire dalla Capitale, hanno fatto negli ultimi anni, purtroppo con un livello di rispetto delle regole ancora troppo basso da parte dei cittadini. Basta affacciarsi alla finestra la sera del 31 dicembre, del resto, per capire che questo «rispetto delle regole troppo basso» è un eufemismo: per pochi che rispettano i divieti, ce ne sono troppi che ancora non vogliono rinunciare alle esplosioni di bene augurio.

Anche l’Ente nazionale protezione animali lancia il suo appello ai sindaci: «Ogni anno si parla di divieti e ordinanze – dichiara Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – ma senza un vero cambio di modello il risultato è sempre lo stesso. I botti continuano a esplodere e gli animali continuano a pagarne il prezzo. Novara dimostra che non stiamo parlando di ipotesi, ma di fatti». Eppure, fa notare l’associazione, le alternative ci sono. In molte città, in Italia e all’estero, il Capodanno viene celebrato con spettacoli di droni luminosi, giochi di luce, videomapping ed eventi artistici, capaci di coinvolgere migliaia di persone senza rumore, senza inquinamento e senza paura. Di qui l’invito ai Comuni a non limitarsi a mettere dei divieti che poi restano solo sulla carta, ma ad assumersi «la responsabilità di cambiare modello, scegliendo soluzioni che tutelino animali, persone e ambiente». «Il Capodanno – dice ancora Carla Rocchi – è una festa di tutti. Ma non può continuare a esserlo solo per qualcuno. A mezzanotte brindiamo, loro vanno in panico. Sta alle istituzioni scegliere da che parte stare».

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